Lo pneumococco si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva o tramite lo scambio di materiale contaminato dalle secrezioni respiratorie delle persone portatrici del batterio.
In condizioni normali di immunità lo pneumococco si localizza nelle alte vie aeree senza dare alcun disturbo (condizione di portatore sano). Nella maggior parte dei casi il portatore sano non sa di ospitare tale microrganismo.
Lo pneumococco causa malattia quando oltrepassa le barriere mucose dell'ospite; solo i pneumococchi provvisti di capsula sono patogeni (capaci di causare malattia).
Lo pneumococco può provocare diverse malattie, caratterizzate da quadri clinici differenti, distinte in malattie non invasive e invasive.
L'infezione da pneumococco si manifesta solitamente con sintomi a carico del tratto respiratorio superiore, dove il batterio si localizza, in questo caso si parla di malattia non invasiva. Ad esempio, superata la mucosa del tratto respiratorio, lo pneumococco può raggiungere i seni nasali e l'orecchio medio, causando otiti e sinusiti. Se il batterio riesce a superare le difese dell’organismo può arrivare anche ai polmoni e causare polmoniti. Le infezioni non invasive più frequenti sono otite media, sinusite, polmonite, broncopolmonite e riacutizzazione di bronchiti croniche.
La malattia invasiva si verifica quando lo pneumococco entra in siti sterili come il sangue o il liquido cerebro-spinale causando patologie molto gravi come polmoniti batteriemiche, meningiti e sepsi. Può accadere che l’infezione dai polmoni si diffonda ai tessuti circostanti, determinando pleurite (infezione della pleura che circonda i polmoni) o pericardite (infezione del pericardio che circonda il cuore). Inoltre, lo pneumococco può passare dalle vie aree al sangue: in questo caso si parla di setticemia. Attraverso il sangue, lo pneumococco può raggiungere qualsiasi organo, comprese le meningi (meningite), le articolazioni (artrite, osteomielite) e il peritoneo, che è la membrana che riveste l’intestino (peritonite).
Le malattie invasive sono gravi forme cliniche che possono mettere il paziente in pericolo di vita. Si stima che ogni anno nel mondo lo pneumococco provochi circa 1,6 milioni di morti.
Cosa è importante sapere
La malattia pneumococcica più diffusa è la polmonite, talvolta preceduta da malattia influenzale. La gravità dei sintomi dipende dallo stato di salute generale del paziente e dal tipo di pneumococco coinvolto nell'infezione. Alcuni pazienti sviluppano sintomi lievi e aspecifici, mentre altri presentano un quadro clinico severo con febbre molto elevata fin dall’inizio. I soggetti affetti da polmonite pneumococcica lamentano anche dolore toracico, difficoltà respiratore e battito cardiaco accelerato. Hanno comunemente tosse, inizialmente secca che diventa, in seguito, tosse grassa e altri sintomi come debolezza, diarrea, nausea e vomito.
Chi è a rischio di sviluppare malattie pneumococcica
Le persone più a rischio di sviluppare un'infezione grave sono i bambini, soprattutto nei primi due anni di vita, e gli anziani. L’età avanzata è un fattore che aumenta il rischio di malattia da pneumococco. Sono a rischio anche i soggetti che soffrono di patologie che deprimono il sistema immunitario, soggetti con malattie croniche come il diabete, le cardiopatie, le malattie del fegato, l'insufficienza renale, le malattie del sangue e le persone alle quali è stata tolta la milza.
Come prevenire la malattia
Le malattie pneumococciche sono prevenibili con la vaccinazione: una possibilità importante soprattutto per la prevenzione delle forme cliniche più gravi nei soggetti più vulnerabili (i bambini nel primo anno di vita, gli adulti dai 65 anni in su e le persone a maggior rischio per patologie croniche o alterazioni del sistema immunitario).
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